Con l’ottavo episodio si conclude la seconda stagione di House of the dragon. La qualità della serie si è confermata puntata dopo puntata, ma il finale ha davvero convinto tutti? Partiamo dalla sigla. L’arazzo di questo episodio, oltre a contenere i fatti finora accaduti, chiude ora il suo ricamo con moltissimi draghi quali Syrax, Mare Infuocato e Ali d’argento, che volando su Roccia del drago sembrerebbero scontrarsi con Vaghar.
Ser Tyland Lannister cerca di convincere la Triarchia a passare dalla parte dei Verdi. In cambio? Le Stepstones.
Rhaena nella Valle è ancora alla ricerca del drago selvaggio Ladro di pecore. Una ricerca che la costringe ad abbandonare il convoglio e a vagare stremata per molto tempo. Si conferma sempre ottima la resa dei draghi. Nel caso di Ladro di pecore, infatti, la bestia viene rappresentata malconcia, secca e affamata, molto diversa dalle creature presentate finora. Inoltre, quando i due si incontrano (finalmente) nell’immensa e verde Valle, sembrano lo specchio l’una dell’altro, entrambi stanchi e trasandati. Nel frattempo, ad Approdo del Re, Ser Larys suggerisce a Re Aegon di andarsene per un po’ e lasciare che Aemond e Rhaenyra si distruggano a vicenda per la conquista del trono.
Un’ultima visione per Daemon
Condotto all’albero diga da Alys Rivers, Daemon vede in un veloce e stupendo montaggio il destino di Westeros, il sogno di Aegon il Conquistatore e la minaccia degli Estranei. Prende consapevolezza della profezia e sembra aver capito quale sia il suo compito, abbandonando finalmente l’ossessione per il potere.
Lord Corlys invita Rhaenyra a non indugiare troppo, così la regina Nera vola con Syrax e Seasmoke su Harrenhal per vedere con i propri occhi cosa stia succedendo. Dinanzi a lei Daemon, che ha finalmente radunato un esercito e che giura fedeltà alla sua regina difronte le casate. Assistiamo alla preparazione dei semi di drago alla guerra con Ulf, Hugh e Addam. Tutti sono in marcia. La colonna sonora appartenente a casa Stark, finalmente in viaggio, ci mostra il passaggio della casata alle Torri Gemelle; così come Tyland Lannister, che dopo aver avuto l’appoggio della Triarchia, si dirige via mare verso il Condotto.
CONCLUSIONI
La seconda stagione di House of the dragon giunge così al termine e possiamo ora tirare le somme di questi otto nuovi episodi. Partiamo da Daemon. Sono state davvero necessarie cinque puntate per raccontare la sua storyline nelle Terre dei fiumi? Forse no. Un personaggio, il suo, un po’ maltrattato. Siamo infatti passati da un personaggio dinamico, arrogante e ansioso di agire della prima stagione a una figura stazionaria, totalmente spaesato e incapace di prendere anche la minima posizione.
Ad eccezione di Daemon, la caratterizzazione dei personaggi e la loro scrittura è un altro punto chiave della serie. Infatti, anche figure meno importanti introdotte nelle ultime puntate hanno ben mostrato il loro carattere arrivando allo spettatore. Molto piacevole vedere anche il punto di vista del popolo tra le strade e i bassi fondi di Approdo del Re.
Oltre la storia principale che ruota attorno alla conquista del trono, sono infatti interessanti i rapporti e le dinamiche interne i personaggi, come la vendetta che nutre Aemond nei confronti del fratello, o il giovane principe Jace tormentato dall’idea di essere il figlio bastardo di Ser Strong, questione che ritorna spesso nei dialoghi con Rhaenyra. Forse proprio per questo la stagione è risultata poco dinamica: gli stessi personaggi hanno dedicato più importanza ai loro dubbi e questioni interne piuttosto che muoversi sul campo di battaglia, risultando spaccati dall’interno. Infatti, le stesse riunioni dei Concili lo hanno dimostrato.
Come già sottolineato per le altre puntate, la qualità dell’intera serie rimane molto alta in tutti i reparti. Gli effetti speciali si confermano per la resa dei draghi sullo schermo, veri protagonisti delle dinamiche. Lo stesso pubblico, infatti, sembra essersi affezionato alle creature realizzate in CGI e proprio per il grande lavoro riservato ai draghi e al loro costo, la seconda stagione conta di otto episodi, contro i dieci della prima. Un finale di stagione, però, che non convince. Grandi aspettative che non sono state all’altezza di quelle presentate per la conclusione dei primi dieci episodi, che aveva lasciato tutti con il fiato sospeso. Una stagione, potremmo dire, di passaggio, bella nel suo insieme ma che ha un po’ annoiato lo spettatore. Tante chiacchiere e pochi fatti, ad eccezione di una o due puntate. Voto complessivo SETTE. La storia della Danza dei draghi dovrebbe concludersi con una quarta stagione, mentre l’uscita della terza è prevista non prima del 2026.
Nel frattempo HBO conferma un ulteriore spin-off del mondo di George R.R Martin. La trasposizione televisiva sarà dedicata alle vicende di Ser Duncan l’alto e Egg, nel libro intitolata Il cavaliere dei sette regni e in uscita per il 2025.