22 Dicembre 2024

Anna Mazzamauro è l’attrice che ha reso celebre l’irriverente personaggio della Signorina Silvani, impiegata e donna vamp, nonché sogno proibito del ragionier Fantozzi. Tutti coloro che hanno amato e apprezzato il genere di Fantozzi e le sue sfortunate avventure, probabilmente si saranno posti almeno una volta questa domanda “qual è il vero nome della signorina Silvani?” Perché riflettendoci non viene mai rivelato. Beh a darci una risposta è la stessa Mazzamauro in uno dei suoi ultimi spettacoli teatrali.

Gli esordi

L’attrice, nasce a Roma il 1° Dicembre 1938, e muove i suoi primi passi a teatro intorno alla metà degli anni sessanta: nel 1968 apre nel centro di Roma un piccolo teatro, per spettacoli di prosa, Il Carlino. Parallelamente alla carriera teatrale muove i primi passi anche nel mondo del cinema, dove debutta nel 1967 con “Pronto…c’è una certa Giuliana per te”, di Massimo Franciosa. In seguito ad un incendio nel 1968, che distrusse il teatro, la Mazzamauro si ritrovò ad alternarsi tra tv e spettacoli teatrali. In quello stesso anno recitò a fianco del Quartetto Cetra e Mina nella commedia musicale “Non cantare, spara”,e lavorò in teatro con Oreste Lionello e Lino Banfi, esibendosi in cabaret e teatro comico, portando in scena personaggi femminili irriverenti e contemporanei, presi anche dalla cronaca, che rappresentavano e prendevano in giro la società dell’epoca, dando lustro alla sua grande intelligenza e autoironia.

Il successo con Fantozzi

Il grande successo arriva solo nel 1975, quando uscì al cinema il primo film di Fantozzi, a fianco dell’eclettico Paolo Villaggio, nel ruolo dell’eccentrica impiegata desiderata tanto da Fantozzi, la Signorina Silvani. L’attrice ha recitato a fianco di Villaggio in tutti i film della serie, dal 1975 al 1999, ad eccezione di Fantozzi contro tutti (1980) e Superfantozzi (1986) dove il suo personaggio non era presente. E pensare che inizialmente l’attrice si era presentata al provino per interpretare il ruolo della Signora Pina, moglie di Fantozzi. Sarà poi Paolo Villaggio ad indirizzarla verso un’altra direzione: avrebbe incarnato lo stereotipo di una donna che non è incantevole agli occhi di tutti, ma solo del ragioniere, la fonte di distrazione della sua routine. La Signorina Silvani la conosciamo tutti come una donna sola e disperata, pronta a concedersi a chiunque, che sfrutta l’infatuazione del ragioniere a suo favore, capace persino di fingere di essere rimasta incinta dello stesso Fantozzi, pur di colmare il proprio vuoto. Un personaggio tragicomico, che in effetti l’attrice è riuscita a far diventare iconico, come ha fatto lo stesso Villaggio con Fantozzi d’altronde. A tal proposito per la sua performance in Fantozzi ottiene una prima candidatura ai Nastri d’argento nel 1976, anno in cui esce il sequel Il secondo tragico Fantozzi, diretto come il primo film da Luciano Selce. I 5 capitoli successivi della serie invece vengono affidati alla regia di Neri Parenti (per il quale l’attrice aveva già recitato in Fracchia la belva umana del 1981), infine nel 1999 la regia passa a Domenico Saverni che realizza l’ultimo film: Fantozzi 2000 – La clonazione.

La carriera a teatro e non solo

Parallelamente l’attrice recita in altri film della tipica commedia all’italiana, come in “Tre tigri contro tre tigri”, per la regia di Stefano Vanzina e Sergio Corbucci (1977), “Sfrattato cerca casa equo canone”, di Pingitore (1983). Da sempre più a suo agio a teatro che al cinema, si dedica a interpretazioni più impegnative come Raccontare Nannarella, un monologo di Mario Moretti dedicato ad Anna Magnani (1987), sempre di Moretti mette in scena Cyrano de Bergerac, dove l’attrice detiene il record per essere stata l’unica donna ad aver interpretato la parte del protagonista maschile nasuto, parte di certo non facile. Perciò nel periodo seguente a Fantozzi la Mazzamauro lavora per lo più a teatro, comparendo saltuariamente in televisione o al cinema. Torna sul grande schermo nel 2012 prestando la voce alla strega del film d’animazione Ribelle – The Brave. Già in passato era stata doppiatrice in Senti chi parla 2, nel 1990, prestando la sua voce a Julia, sorellina di Mickey, a sua volta doppiato da Paolo Villaggio.  Tra i suoi ultimi progetti al cinema si ricordano i due film di Fausto Brizzi: Poveri ma ricchi e Poveri ma ricchissimi (2016/2017).

Lo spettacolo dedicato a Paolo Villaggio e la rivelazione più attesa

Ad oggi l’attrice 85enne continua a lavorare e regalare performance teatrali senza sosta: uno dei suoi spettacoli più recenti è “Com’è ancora umano lei… caro Fantozzi”, prodotto dalla GoodMood di Nicola Canonico che vede sul palco Anna Mazzamauro, accompagnata dal musicista Sasà Calabrese. Sullo sfondo troviamo la bianchina berlina a 4 posti, emblema del ragionier Fantozzi, e dalla parte del passeggero la Signorina Silvani.

Nel suo solito vestito sobrio da sera rosso, caratteristico del suo personaggio, ripercorre la sua carriera dalla giovane età fino al successo, rivolgendosi al caro Fantozzi/Paolo Villaggio che omaggia con il suo racconto. Con la sua autoironia rivela: “da ragazzina dicevo: da grande sarò la nuova Rossella O’Hara… io da bambina recitavo sempre nel bagno per questo sarò diventata un cesso di donna” e ride del suo aspetto, grazie al quale è riuscita a diventare l’archetipo femminile a cui ambiva l’uomo medio italiano durante gli anni ‘70: lei era la donna oggetto del desiderio di Fantozzi, il quale aveva una famiglia composta da una moglie moderata e per nulla sfarzosa, Pina, e una figlia per così dire “mostruosa”, Mariangela.

La Mazzamauro allora in questo monologo si interroga su quale sia il nome vero della Signorina Silvani, finora mai rivelato, e alla fine si dà una risposta, che forse tutti noi, amanti dei film di Fantozzi e del genere, alla fine un po’ ci aspettavamo già:

Mi sono sempre chiesta che nome avesse la signorina Silvani a cui Paolo Villaggio ha regalato eternità e che io, con riconoscenza, ho contribuito a mantenere. Ho provato un elenco di nomi tra i più vintage: Alma, Ada, Ludmilla, Cunegonda, Tecla, Moira, Iris, Ersilia, Genoveffa, fa fa, fa schifo! Miranda, Dorotea, ma se provate a mettere dopo ognuno di loro il cognome Silvani non vi apparirà quell’immagine, quel grottesco e paradossale rosso sesso, quell’impasto di donna e solitudine. Allora, poiché quella signorina mi appartiene di diritto e poiché i personaggi non nascono casualmente, ma raccontano, nascondendoli con l’ironia, il nostro animo e i nostri sogni, umori, inclinazioni, allora la Silvani sono io. Adesso provate a chiamarla con il mio nome: Anna Silvani. È perfetto”.