Un film omaggio al mondo Marvel, ma anche un’onesta critica ed esaltazione a ciò che è stato.
Deadpool&Wolverine è l’unico film Marvel in uscita nel 2024, nonchè film più scorretto linguisticamente parlando, e più splatter di tutti i cinecomic della MCU (Marvel Cinematic Universe). Per chi temeva che con l’appropriazione della Disney, ci potessero essere delle limitazioni, beh, si è sbagliato e di grosso. Due ore e 7 minuti che volano, se ci si abbandona del tutto all’irriverenza dell’antieroe per eccellenza e al percorso nostalgico tratteggiato dalla bravura di attori di rilievo quali Ryan Reynolds e Hugh Jackman, amici nella vita, che dimostrano palesemente la sintonia che c’è tra loro anche sul set.
Trama
Il film si apre con il nostro Wade Wilson, che ormai da 6 anni ha abbandonato i panni di Deadpool, per dedicarsi ad un lavoro ordinario, annoiato così tanto dalla routine, tenta di unirsi alla squadra degli Avengers con un esito negativo. La sua vita avrà un’inversione di marcia solo quando l’Agente Paradox, funzionario della Time Variance Authority (organizzazione responsabile di gestire e salvaguardare la sacra linea temporale dell’universo), gli propone di entrare a far parte della squadra degli Avengers. Wade allora si auto attribuisce l’appellativo di “Gesù della Marvel”, infervorato dall’offerta di diventare finalmente un eroe, fino a quando Paradox, con manie di potere, non lo ricatta: permetterà a Deadpool di entrare nel team dei supereroi solo se distruggerà il proprio mondo e tutti coloro che ne fanno parte. A questo punto Wade decide di tornare a indossare i panni di Deadpool per cercare di salvare il suo universo. L’unico in grado di aiutarlo è Wolverine, ormai ridotto ad un mucchio di ossa, ed è per questo che Deadpool sarà costretto a cercare attraverso le varie linee temporali una versione di Logan disposto ad aiutarlo. Inizia un viaggio temporale alla ricerca delle varie versioni di Wolverine e dopo aver trovato quella più accondiscendente, i due fanno squadra per salvare l’universo di Wade.
La trama non è di certo la cosa più interessante del film, anzi è piuttosto superflua in questo caso, una scusante per realizzare un omaggio al mondo ormai sommerso della 20th Century Fox, attraverso camei meravigliosi, con personaggi che fanno sobbalzare il pubblico sulle poltrone, il tutto condito da oggetti di scena che rievocano il successo di quello che è stato. Basti pensare a uno dei tanti camei, quello con Happy Hogan, ormai Agente delle risorse umane per gli Avengers, quando durante il colloquio con Wade nel suo ufficio, compaiono sullo sfondo la valigetta di Tony Stark di Iron Man 2, lo scudo incompleto di Captain America, il primo reattore Arc usato da Tony, la prima maschera di Tony, e questi sono solo alcuni dei cimeli che possiamo scorgere nella scena. I nerd avranno solo potuto apprezzare tutte le citazioni e gli easter eggs che rimandano con nostalgia al passato della produzione cinematografica Marvel.
Comunque è evidente come il nucleo centrale della storia sia focalizzato totalmente sul rapporto amicizia/inimicizia tra i due protagonisti, che sono caratterialmente ai lati opposti: Wade è un chiacchierone sboccato, senza pudore, Logan divorato dai sensi di colpa e dalla rabbia è più silenzioso e autoritario. Insieme formano una coppia cinematografica in sintonia, che si compensa perfettamente.
Ma la domanda che si pongono in molti è: il Gesù della Marvel è davvero riuscito a garantire la salvezza, nonché la redenzione dell’universo Marvel con questo film?
Ovviamente no, per chi si aspettava che questo fosse il prodotto salvifico dell’universo Marvel, si è sbagliato di grosso: ormai anche quel mondo è diventato sempre più precario, ed è sempre più faticoso cercare di mantenere l’asticella così alta. Piuttosto questo film ha voluto rendergli giustizia, celebrando con grande nostalgia e affetto, e soprattutto con la schiettezza, l’onestà, e l’ironia che contraddistinguono il personaggio di Deadpool, ciò che è stato e tutti coloro che hanno fatto parte in un modo o nell’altro di quel mondo epico ormai esaurito. Si è data una nuova possibilità a quelle storie e a quegli eroi per così dire lasciati e metà, dando loro una fine in alcuni casi anche beffarda (basti pensare a Johnny Storm). Ma c’è da riconoscere anche che non è tutto nero il futuro della Marvel, con questo film si è tentato di instillare un barlume di speranza in tutti gli amanti del genere per quella che sarà la produzione futura. Quindi il Gesù della Marvel ha permesso la chiusura di un cerchio, che ora può dirsi completo, ma allo stesso tempo ha insinuato nel cuore degli appassionati una eventuale prospettiva di futuro.
Non ci resta che aspettare e rimanere a guardare quali novità ci riserveranno i nostri supereroi.