22 Dicembre 2024

Abbiamo parlato di questa serie in occasione del suo lancio, scritto cosa avrebbe raccontato, le parole dei protagonisti e le aspettative attorno a questo progetto. Ma in definitiva com’è “Hanno ucciso l’Uomo Ragno”, la serie ispirata alle origini degli 883? Spoiler: bellissima. Ecco perché.

Una serie intergenerazionale

Una storia di provincia e di amicizia. Sincera, perché ispirata a fatti reali seppur con la licenza di romanzare qui e là. Le origini del duo composto da Max Pezzali e Mauro Repetto hanno attirato la generazione cresciuta con le canzoni degli 883, ma non solo. La serie ha conquistato anche la Gen Z grazie alla leggerezza con cui racconta le aspirazioni e le incertezze di questi ragazzi in cerca di realizzazione. Due ventenni in particolare, sono stati chiamati in causa direttamente: Elia Nuzzolo e Matteo Oscar Giuggioli (entrambi classe 2000) sono diventati in poco tempo le rivelazioni dell’anno nei ruoli rispettivamente di Max e Mauro. Nella serie targata Sky Studios e Groelandia, i due hanno conquistato il pubblico grazie alle loro interpretazioni così vicine agli originali ma mai imitative o caricaturali. Circondati da SI, negozi di audiocassette, vecchi computer, Nuzzolo e Giuggioli sono stati capaci di tuffarsi senza fare neanche uno schizzo in un’epoca molto diversa dalla loro.

Elia Nuzzolo e Matteo Oscar Giuggioli sono Max Pezzali e Mauro Repetto in Hanno ucciso l’Uomo Ragno – La leggendaria storia degli 883

Oltre la nostalgia

Gli anni Novanta, a proposito, sono ricostruiti alla perfezione, anche se Hanno ucciso l’Uomo Ragno non dà mai l’impressione di giocare troppo sulla nostalgia del passato. Il 1990 è infatti solo un riferimento temporale, una cornice in cui la storia si sviluppa.

Anche dal punto di vista tecnico, la serie sugli 883 rappresenta una proposta nuova. I tre registi (Sydney Sibilia, Alice Filippi, Francesco Ebbasta) partecipano a questa catena di montaggio artistica, mettendo i pezzi dove devono senza mai perdere la loro cifra stilistica. Nel corso della serie, la narrazione si arricchisce di nuovi espedienti e la formula offerta allo spettatore si rinnova costantemente.

Ogni episodio sembra rappresentare una parentesi che si affianca ad un’altra. Frammenti di vita che portano a incontri ed esperienze più o meno fortunate che compongono il mito degli 883. Prima il tema del destino che spinge Max alla bocciatura, poi l’incontro con Mauro che trova il pezzo mancante grande “tanto così”. Gli esami, le lunghe notti (che non finiscono), il primo amore, le dinamiche della scuola, l’essere sfigati. Situazioni, intoppi di un percorso fatto di smottamenti. La sceneggiatura (scritta da Sydney Sibilia, Chiara Laudani, Francesco Agostini, Giorgio Nerone) è ricca inoltre di dialoghi semplici, del quotidiano e mette in chiaro un aspetto importantissimo della genesi del duo musicale: nessuno dei due sarebbe arrivato al successo senza l’altro.

Elia Nuzzolo in una scena con Ludovica Barbarito (nella serie Silvia Atene)

I personaggi non sono mai semplici riempitivi, ma in misura diversa determinanti e arricchenti per la storia. Ludovica Barbarito (nel ruolo di Silvia Atene), è l’altra grande scoperta di questa serie, mentre Davide Calgaro (Cisco), alle origini stand-up comedian, regala la sua miglior performance attoriale. La crescita non è solo quella dei due protagonisti, ma anche di questi personaggi che non rimangono mai veramente sullo sfondo. Poi ci sono loro: Cecchetto, Jovanotti, Fiorello, Sandy Marton ed è come salire sull’Aston Martin di Ritorno al futuro

C’è anche Davide Calgaro (Cisco) nel cast di Hanno ucciso l’Uomo Ragno

Il diritto di sognare

Hanno ucciso l’Uomo Ragno è una storia che abbraccia il tema del sogno senza mai scadere nella retorica, ma semplicemente raccontando di giovani che rincorrono i propri desideri, o almeno ci provano. Cos’è un sogno lo capiamo dai discorsi, i dialoghi dei personaggi, la paura di non farcela nei loro occhi. “I sogni sono i nostri superpoteri” dice in sintesi la canzone che dà il nome alla serie. Perché in quanto giovani o da giovani siamo tutti Max, Mauro, Silvia, Cisco in cerca della propria “cosa”, mentre ci aggrappiamo alle nostre ragnatele fatte di speranza, sempre appesi ad un filo. Con quei superpoteri che sono i nostri sogni e una richiesta agli adulti che pensano di saperne di più: non uccidete l’Uomo Ragno in noi.