22 Dicembre 2024

Abbiamo scritto di Maradona come fonte d’ispirazione per Paolo Sorrentino, ma il Diez è stato protagonista anche diretto del cinema italiano, tra scene che lo hanno coinvolto in un film e amicizie intessute con personaggi del cinema di metà anni ottanta. Una su tutte, il rapporto creatosi con Massimo Troisi, di cui il campione argentino diceva di conoscere tutte le battute dei film a memoria. La stima era ovviamente reciproca. Anche Troisi amava il Napoli e di quel Napoli amò perdutamente Diego. Lo amò come tutti i napoletani che, spiegava il regista di Ricomincio da tre, meritavano anche loro di gioire delle cose più leggere come il pallone. Perché, come puntualizzò in un’intervista al TG1:

“Ci sta sempre questa polemica che uno dice: ma come con tutti i problemi state a pensare al Napoli? Come fossimo obbligati a stare male… Ma come? Si divertono pure questi col Napoli primo in classifica? E invece viene chill” (Maradona) e ogni tanto pure qualche soddisfazione”

I due ebbero modo anche di giocare insieme per una partita di beneficenza nello stadio che adesso porta il nome di Diego. Entrambi indossarono la 10, anche se tra i due “il paragone non esiste” come ci tenne a sottolineare, sorridendo, lo stesso Troisi in una memorabile intervista nel dopo partita.

Troisi e Maradona intervistati nel post partita tra Personaggi dello spettacolo e Napoli Calcio

Ho visto Maradona (in un film)

“Ma tu giocheresti al posto di Diego nel Napoli?” chiesero una volta a Troisi. Lui rispose con la sua solita ironia: “Se Maradona si mette a fare i film, sì”. Era una battuta, ma il destino volle che qualche anno dopo l’addio di Maradona alla città partenopea, il Diez cominciasse a giocare anche nel campo cinematografico. Gira ancora sul web e sui social, come fossero una reliquia, alcune scene del film Tifosi (1999), diretto da Neri Parenti e che vede come protagonista l’autore dell’inno ufficiale del Napoli, Nino D’angelo.

Il finale di Tifosi, regia di Neri Parenti

Particolarmente condiviso sui social, il finale della commedia, quando un bambino passa il più classico dei palloni bianchi a esagoni neri al Pibe e Diego senza pensarci comincia a palleggiare, dieci anni dopo il riscaldamento della finale di Stoccarda.

Non solo Napoli

Maradona è stato oggetto di citazioni, raccontato e divinizzato in molti film da molti registi italiani, ma non solo di Napoli. Conosciamo tutti la reazione di Oronzo Canà alla notizia data dal suo Presidente che lo informa di aver comprato Maradona (Maradoon benedetta dell’incoroneta!). Meno conosciuto invece il torinese Santa Maradona che durante i titoli di testa, mette in fila alcune delle migliori giocate del campione argentino. Questo film in realtà di Maradona non ha nulla, se non appunto il titolo, ma è proprio all’estro del Pibe de oro che Marco Ponti si è ispirato nella scritturazione dei suoi personaggi, in particolare della coppia principale. In un’intervista il regista, fra gli altri, de La bella stagione (documentario ispirato all’omonimo libro di Roberto Mancini e il compianto Gianluca Vialli che nel 1989 con la Samp proprio al Napoli di Maradona “scucirono” lo scudetto), ha infatti spiegato che i suoi protagonisti senza Maradona non sarebbero esistiti, perché anche Andrea e Bart (interpretati rispettivamente da Stefano Accorsi e l’indimenticato Libero De Rienzo) nella vita provano a “segnare di mano”, proprio come il Diego con la sua mano de Dios di Messico ’86 nella storica semifinale contro la nazionale inglese.

Insomma, tutto il cinema italiano, non solo napoletano, ha quindi riconosciuto e celebrato il valore del talento di Maradona, in grado di ispirare generazioni di registi e di lasciare un segno ovunque, perfino sulla pellicola. Un connubio, quello tra cinematografia e la figura del Diez, capace di regalare poesia e forme d’arte inedite. Esattamente quello che riusciva a fare, con un pallone tra i piedi, Diego Armando Maradona, dio del calcio e stella del cinema italiano.