22 Dicembre 2024

Commedia drammatica del 2024 scritta e diretta da Riccardo Milani, con protagonisti Antonio Albanese e Virginia Raffaele in una storia che racconta una realtà italiana non troppo lontana dalla verità, tirando in ballo anche il tasso di natalità. In “Un mondo a parte” racconta di Michele Cortese, Antonio Albanese, un insegnante ormai stanco della routine e delle ostilità quotidiane della scuola dove è maestro elementare e decide di dare una svolta alla sua vita, infelice, richiedendo un allontanamento da Roma. Riesce ad ottenere un assegnazione provvisoria in un piccolo paesino immerso nel Parco Nazionale d’Abruzzo chiamato Rupe, precisamente all’istituto “Cesidio Gentile” più comunemente detto “Jurico”. Inizialmente non solo è inadeguato all’ambiente ma anche alle usanze e alla lingua/dialetto del posto, Michele però sente che è il luogo giusto per lui e poco dopo stringendo i denti riesce ad “acconciarsi”, adattarsi. Purtroppo i problemi non finisco lì e si ritroverà insieme con la vicepreside Agnese, Virginia Raffaele, a dover affrontare la potenziale e imminente chiusura della scuola visti i pochi alunni, vista la promozione dei bambini di quinta e non essendoci nuovi iscritti.

“Ho passato tutta la vita a tentare di salvare gente che non solo non nessuna ha intenzione di essere salvata, ma te mena pure!”

Il film tratta diverse tematiche attuali tra cui il contatto con la natura, è uno dei principlai motivi che spingono Michele ad abbandonare l’affollata capitale e che successivamente diventa un elemento implicito per tutta la durata del film. Fa riflettere sull’importanza del contatto con la natura e sui suoi benefici, infatti spesso chi lo vive ogni giorno lo da per scontato invece chi non ne ha la possibilità semplicemente lo ignora o all’estremo opposto lo desidera. Poi troviamo l’inclusione, che sottolinea l’importanza di accogliere e rispettare le differenze di ogni individuo, come ad esempio la classe mista “mista”, dapprima per necessità con alunni di gradi differenti e poi anche con etnie e culture diverse. Così andando a creare un ambiente educativo per tutti, evidenziando l’importanza dell’educazione come strumento di crescita non solo personale ma anche sociale. Infine ci fa capire il ruolo fondamentale dell’insegnante come guida per le nuove generazioni, che non è limitato solo alle mura scolastiche ma si estende anche al di fuori di esse. Infatti le più piccole cose dette e spiegate in classe andranno a pesare sul bagaglio culturale degli alunni e questi ultimi usciti da scuola lo porteranno inevitabilmente a casa, dovendosi confrontare in primis con la propria famiglia, e poi nel mondo rapportandosi con le altre persone.

Antonio Albanese è perfettamente in linea con i suoi film più recenti e quindi lo vedremo interpretare un ruolo per lo più drammatico dando poco spazio alla commedia, dimenticatevi Cetto La Qualunque. Mentre Virginia Raffaele si ritroverà spesso a smorzare la drammaticità di A. Albanese interpretando un personaggio radicato nelle usanze del posto ma profondo e dal carattere forte, andando perfettamente a bilanciare il personaggio di Michele. Ho percepito qualche forzatura soprattutto in alcune scene con i bambini, specie con il dialetto, e per il resto non sempre c’è stata quell’accuratezza che avrei sperato di vedere. Ma in generale questa produzione è qualitativamente buona e non banale, facendo infine arrivare l’intenzione e il messaggio accennato e preparato già da inizio film.

In conclusione “Un mondo a parte” racconta un realtà attraverso una moltitudine di luoghi comuni e pregiudizi, senza portare nulla di veramente originale ma è quantomeno coerente e riesce a bilanciare la modernità con le tradizioni del posto anche omaggiando il poeta e pastore abruzzese realmente esistito: Cesidio Gentile detto “Jurico” (1847 – 1914). Il film infatti chiude con una scena in cui viene raccontata in breve la storia del poeta reinterpretando diversi scritti dello stesso. Disponibile in streaming senza ulteriori costi su Prime Video.

“Sono Gentile Cesidio che in fra le greggi e con la verga in mano ho scritto le memorie marsicane. Crebbi colmo di miseria e nell’ignoranza, a motivo che a quei tempi scole elementari non esistevano. Mio padre era un misero pastore e nella scola privata non ebbe il potere di mandarmi. Nella capanna dei pastori mi imparai a conoscere le lettere dell’alfabeto e così appena cominci a scrivere, scriveva versi ispirati dalla mia fantasia. In questi Marsi monti abitatrice il giorno splende se la notte tace. Il Sangro grida un gentil mormorio. Hanno nido fra noi virtude e pace.”